Infiltrazione Intracellulare

E’ ormai noto che alcuni batteri, come l’Escherichia Coli, riescono ad infiltrarsi all’interno delle cellule uroteliali.

Escherichia coli (E. coli), in particolare i ceppi uropatogeni (UPEC), ha la capacità di infiltrarsi all’interno delle cellule dell’urotelio (le cellule che rivestono la vescica).

Come avviene l’infiltrazione?

  1. Adesione:
    • I batteri si attaccano alle cellule uroteliali grazie a strutture chiamate fimbrie (tipo P e fimbrie di tipo 1) che riconoscono recettori specifici sulla superficie cellulare.
  2. Invasione:
    • Dopo l’adesione, E. coli può essere fagocitato dalle cellule epiteliali, anziché essere eliminato, riuscendo a sopravvivere all’interno di vescicole intracellulari.
  3. Formazione di comunità intracellulari batteriche (IBC):
    • All’interno delle cellule uroteliali, i batteri si moltiplicano formando strutture protette che li rendono resistenti sia alle difese immunitarie sia agli antibiotici.
  4. Persistenza e rilascio:
    • Quando le cellule infette si sfaldano, i batteri vengono rilasciati nell’ambiente vescicale, causando nuove infezioni.

Implicazioni cliniche

Questa capacità di infiltrazione contribuisce alla natura recidivante delle cistiti, poiché i batteri “nascosti” all’interno delle cellule possono riattivarsi anche dopo trattamenti antibiotici.

 

Come prevenire e trattare questa situazione? Questa capacità dell'E. coli è un motivo per cui le cistiti batteriche recidivanti richiedono spesso approcci integrati per una gestione efficace.

D-Mannosio

per ostacolare l’adesione dei batteri alle cellule.

N-Acetilcisteina

 per rompere biofilm intracellulari.

Instillazioni vescicali

 con acido ialuronico e Condroitin solfato per rinforzare la barriera uroteliale.