Infiltrazione Intracellulare
E’ ormai noto che alcuni batteri, come l’Escherichia Coli, riescono ad infiltrarsi all’interno delle cellule uroteliali.
Escherichia coli (E. coli), in particolare i ceppi uropatogeni (UPEC), ha la capacità di infiltrarsi all’interno delle cellule dell’urotelio (le cellule che rivestono la vescica).
Come avviene l’infiltrazione?
- Adesione:
- I batteri si attaccano alle cellule uroteliali grazie a strutture chiamate fimbrie (tipo P e fimbrie di tipo 1) che riconoscono recettori specifici sulla superficie cellulare.
- Invasione:
- Dopo l’adesione, E. coli può essere fagocitato dalle cellule epiteliali, anziché essere eliminato, riuscendo a sopravvivere all’interno di vescicole intracellulari.
- Formazione di comunità intracellulari batteriche (IBC):
- All’interno delle cellule uroteliali, i batteri si moltiplicano formando strutture protette che li rendono resistenti sia alle difese immunitarie sia agli antibiotici.
- Persistenza e rilascio:
- Quando le cellule infette si sfaldano, i batteri vengono rilasciati nell’ambiente vescicale, causando nuove infezioni.
Implicazioni cliniche
Questa capacità di infiltrazione contribuisce alla natura recidivante delle cistiti, poiché i batteri “nascosti” all’interno delle cellule possono riattivarsi anche dopo trattamenti antibiotici.
Come prevenire e trattare questa situazione? Questa capacità dell'E. coli è un motivo per cui le cistiti batteriche recidivanti richiedono spesso approcci integrati per una gestione efficace.
D-Mannosio
per ostacolare l’adesione dei batteri alle cellule.
N-Acetilcisteina
per rompere biofilm intracellulari.
Instillazioni vescicali
con acido ialuronico e Condroitin solfato per rinforzare la barriera uroteliale.