Il Microbiota Intestinale, Vaginale e Vescicale nelle Cistiti Ricorrenti

La cistite ricorrente rappresenta un problema di salute significativo che colpisce principalmente le donne. Esaminiamo ora il ruolo cruciale del microbiota vaginale, vescicale e intestinale nella genesi di queste patologie, evidenziando come uno squilibrio in questi ecosistemi batterici possa predisporre a continue reinfezioni e come gli approcci terapeutici moderni stiano iniziando a considerare il ripristino dell’equilibrio microbico come strategia preventiva.

 

Il Microbiota e la Cistite

Il termine “microbiota” si riferisce all’insieme dei microrganismi che colonizzano diverse aree del nostro corpo, formando ecosistemi complessi. Nelle donne, il microbiota vaginale, vescicale e intestinale svolge un ruolo fondamentale nel mantenere la salute del tratto urogenitale.

 

Il Microbiota Vaginale

Il microbiota vaginale rappresenta una barriera protettiva essenziale contro i patogeni. In condizioni normali, è dominato dai Lattobacilli, in particolare il Lattobacillo di Doderlein, scoperto nel 1892. Questi batteri benefici producono acido lattico che mantiene un ambiente acido, sfavorevole alla crescita di microrganismi patogeni.

 

 

La composizione del microbiota vaginale può variare durante le diverse fasi della vita di una donna (adolescenza, età fertile, gravidanza, menopausa), dimostrando una stretta correlazione con l’assetto ormonale femminile. Quando questo equilibrio si altera, si parla di disbiosi vaginale. Perchè è importante il microbiota vaginale? Perchè quando è alterato aumenta la suscettibilità della donna alle infezioni urinarie.

 

 

Il Meccanismo delle Cistiti ricorrenti

Infatti le cistiti ricorrenti nelle donne seguono principalmente un meccanismo “ascendente”: i batteri patogeni, provenienti dall’intestino, colonizzano prima la vagina e la zona perineale (la zona tra vagina e ano), per poi risalire attraverso l’uretra fino alla vescica. L’Escherichia coli è responsabile di circa l’80% delle cistiti, seguito da Stafilococco epidermidis (9%) e Streptococco fecale (1-3%).

La particolare anatomia femminile, con l’uretra più corta e più vicina all’ano rispetto agli uomini, facilita questo percorso dei batteri, spiegando la maggiore prevalenza di cistiti nel sesso femminile.

 

L'Asse Intestino-Apparato Genitourinario

Recenti studi hanno evidenziato l’esistenza di un “asse intestino-apparato genitourinario”, ovvero una stretta connessione tra microbiota intestinale e salute delle vie urinarie. Uno studio pubblicato su Nature Microbiology ha dimostrato che le cistiti ricorrenti si associano, oltre alle alterazioni microbiche vaginali, ad un’alterazione della risposta immunitaria e a squilibri nella composizione del microbiota intestinale (disbiosi).

 

La Disbiosi Intestinale come Fattore di Rischio

Uno studio pilota ha rilevato che l’88% delle pazienti con cistite ricorrente mostrava una maggiore permeabilità intestinale e una ridotta biodiversità del microbiota intestinale rispetto ai controlli sani. Questa alterazione della barriera intestinale sembra svolgere un ruolo importante nella patogenesi delle cistiti ricorrenti, facilitando il passaggio dei batteri patogeni dall’intestino alle vie urinarie.

Inoltre, il 68% delle pazienti con cistiti ricorrenti ha ricevuto una diagnosi finale di malattia gastrointestinale, suggerendo una sovrapposizione tra problematiche intestinali e urinarie.

 

Limitazioni degli Approcci Terapeutici Tradizionali

La terapia antibiotica rappresenta il trattamento standard per gli episodi acuti di cistite. Tuttavia, un dato preoccupante emerso dagli studi è che gli antibiotici non solo non prevengono future infezioni, ma possono addirittura rendere più probabile la comparsa di recidive, in quanto favoriscono il mantenimento dello stato di disbiosi (alterazione del microbiota) intestinale, oltre che genito-urinario.

 

Come afferma Colin Worby del Broad Institute of MIT: “Gli antibiotici non eliminano i ceppi intestinali che causano le infezioni delle vie urinarie, ma al contrario possono persino rendere più probabile la comparsa di una recidiva“.

 

Nuove Prospettive Terapeutiche

Alla luce di queste scoperte, stanno emergendo nuovi approcci terapeutici che mirano a ripristinare l’equilibrio del microbiota. Tra questi, l’uso di probiotici specifici per ripopolare la flora vaginale e intestinale con batteri benefici, e strategie preventive mirate a rafforzare la barriera intestinale.

Conclusioni

La comprensione del ruolo del microbiota vaginale, vescicale e intestinale nella genesi delle cistiti ricorrenti sta aprendo nuove prospettive sia diagnostiche che terapeutiche. Un approccio integrato, che consideri non solo l’eliminazione dei batteri patogeni ma anche il ripristino di un sano equilibrio microbico, potrebbe rappresentare la chiave per prevenire efficacemente le cistiti ricorrenti nelle donne.

Per le pazienti, è importante essere consapevoli di questa connessione e considerare, insieme al proprio medico, strategie preventive che includano anche l’attenzione alla salute intestinale e vaginale, oltre alle classiche raccomandazioni igieniche.                

Quali sono i principali ceppi di microbiota vaginale associati alle infezioni ricorrenti

Le cistiti ricorrenti nelle donne sono strettamente collegate a specifiche alterazioni del microbiota vaginale, dove la riduzione dei batteri protettivi e la proliferazione di patogeni creano un terreno favorevole alle infezioni. Ecco i principali ceppi coinvolti:

Batteri protettivi:

Lattobacilli dominano il microbiota vaginale sano (95% della flora), con ceppi come Lactobacillus crispatus, L. gasseri e L. jensenii.
Producono acido lattico, mantengono un pH vaginale <4.5 e rilasciano sostanze antimicrobiche (perossido di idrogeno, batteriocine) che bloccano l’adesione dei patogeni alle mucose.

Batteri patogeni associati alle recidive:

  • Escherichia coli (80% dei casi):
    Presente nell’intestino, migra verso la vagina e l’uretra. Ceppi uropatogeni (UPEC) aderiscono alle pareti vescicali formando biofilm resistenti agli antibiotici.

  • Klebsiella pneumoniae e Enterococcus faecalis:
    Spesso co-presenti con E. coli, mostrano resistenza antibiotica e capacità di colonizzare la vescica.

  • Streptococcus agalactiae (Streptococco gruppo B):
    Associato a infezioni complicate e recidive, specialmente in gravidanza.

Gardnerella vaginalis:
Anche se tipica della vaginosi, facilita la riattivazione di E. coli “nascosto” nella vescica, innescando nuove infezioni.

Fattori che alterano l'equilibrio:

  • Riduzione dei Lattobacilli per uso di antibiotici, spermicidi o squilibri ormonali (es. menopausa).

    Aumento del pH vaginale (>4.5), che favorisce la crescita di patogeni.

Resistenza agli antibiotici: Nel microbiota di chi ha cistiti ricorrenti sono stati identificati genotipi batterici resistenti a trimetoprim, fluorochinoloni e nitrofurantoina.

Implicazioni pratiche per le pazienti:

Il ripristino dei Lattobacilli (tramite probiotici specifici) e il controllo del pH vaginale sono strategie emergenti per prevenire le recidive. È consigliabile evitare detergenti aggressivi e discutere con il ginecologo terapie che preservino il microbiota, come l’uso mirato di estrogeni locali in menopausa.